Terre di Toscana 2017: cinque vini da ricordare

Dal 4 al 6 marzo ha avuto luogo all’UNA Hotel di Lido di Camaiore la decima edizione di Terre di Toscana, la kermesse enologica che raggruppa qui in Versilia più di cento tra le migliori etichette toscane.

Con soli 25€ (20€ per i soci FISAR, SLOW FOOD, AIS, o gli iscritti alla newsletter dell’Acquabona) ci si guadagna l’assaggio delle nuove e alcune vecchie annate di molti vini dai più blasonati a piccoli vignaioli di nicchia.

Quest’anno ho cercato di pianificare un percorso strutturato partendo a degustare prima i bianchi, con Trebbiano e Vermentino, e poi concentrandomi su dei vini in purezza e alcuni blend che mi incuriosivano.

Qui di seguito vi riporto cinque vini non conoscevo ancora e che ho particolarmente apprezzato.

1.SYRAH di Stefano Amerighi

Un nome certamente noto nel mondo della biodinamica quello di Stefano Amerighi. Un grande vignaiolo che nel territorio di Cortona ha individuato il terreno adatto alla coltivazione di cloni selezionati di Syrah, provenienti dalla Valle del Rodano. Il suo vino fa 14 mesi di maturazione in cemento e legno, e un affinamento in bottiglia di un anno, che diventano due e mezzo per l’Apice, prodotto in annate eccezionali.
In degustazione a Terre di Toscana il base 2014 e l’Apice 2013 e il 2008, oltre al Sirosa, un ottimo rosato da Syrah.

Piropo - Castello di Potentino

2.PIROPO Castello di Potentino

Un IGT Toscana a base di Pinot nero. 24 mesi di maturazione in botti di rovere e 9 mesi di affinamento in bottiglia, per una buona espressione di questo vitigno nel grossetano. In assaggio l’annata 2013.

Poggio de' Paoli - Tenuta Lenzini

3.POGGIO DE’ PAOLI 2013 Tenuta Lenzini

Un blend di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Alicante Bouschet con buona struttura ed equilibrio, e gradevoli sentori di frutta rossa matura. La Tenuta Lenzini fa parte di LuccaBiodinamica, una rete di tredici aziende che applicano i precetti di questo tipo di agricoltura. Ottimo anche il Dolcemente Lenzini, un passito da meditazione nato da alcune uve dimenticate e portate quindi a una sovramaturazione sulla pianta. 

4.TREBBIANO VD 2015 Monteraponi

In pieno territorio di Chianti Classico, la famiglia Braganti dopo un primo esperimento nel 2011 ha deciso di ridare valore ad alcune vigne di Trebbiano, vecchie di circa 40 anni. Tre giorni di macerazione sulle bucce in cemento, poi fermentazione alcolica in legno e niente malolattica. Il vino viene messo in commercio dopo sei mesi di affinamento in bottiglia. Un Trebbiano diverso, con note fruttate e sapide, e dove la tipica acidità del vitigno viene contrastata da un buon corpo e struttura.

Obvius Giallo Oro, Salcheto

5.OBVIUS GIALLO ORO Salcheto

Le prime bottiglie sono in vendita solo dallo scorso anno per questo Toscana IGT senza annata. Un vino a base di Trebbiano e Malvasia raccolti ai primi cenni di muffe nobili. Al naso è intenso, con sentori di albicocche secche, miele, caramello e in bocca è equilibrato e persistente. Da provare con formaggi erborinati, o come vino da meditazione.

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Terre di Toscana 2017: cinque vini da ricordare
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