Un viaggio che non può mancare all’attivo di qualsiasi gourmet, o aspirante tale, è certamente Napoli.
Culla di alcuni dei piatti che più rappresentano l’Italia, tanto su territorio nostrale che all’estero, come la pummarola e la illustre pizza, Napoli si presenta come una Mecca a cui noi devoti pellegrini del cibo non possiamo sottrarci.
Il mio viaggio risale alla primavera del 2014, lontano dal periodo pasquale, ma non abbastanza da non riuscire a sentire ancora il profumo di pastiera nell’aria.
Arriviamo in treno, un pò per comodità un pò perché ci vuole tanto pelo sullo stomaco per riuscire a guidare nel traffico partenopeo, in cui ci si trova subito immersi attraversando piazza Garibaldi e Corso Umberto I. La stanza che abbiamo affittato con Airbnb si trova proprio nel cuore cittadino, in uno dei vicoli più caratteristici e rappresentativi: San Gregorio Armeno, la strada dei presepi. Qui gli artigiani lavorano ed esibiscono le loro piccole opere che spaziano da quelle celebrative della nascita di Gesù, alle statuette di personaggi famosi, agli onnipresenti e scaramantici cornetti.
Questo vicolo è posizionato tra Spaccanapoli e Via dei Tribunali, le due vie principali della Napoli vecchia e che racchiudono la storia e il folcrore di questa città unica.
Strade brulicanti di vita durante il giorno e attraversate, loro malgrado, da macchine e motorini che evitano magistralmente i pedoni qui di passaggio. Non possiamo fare a meno di rinfrancarci dal viaggio con una vera pizza napoletana da Gino Sorbillo. Riconoscerete l’originale dal tendone a strisce bianche e blu e dalla folla all’ingresso. Non fatevi spaventare dal numero di persone, in realtà il posto è abbastanza grande e l’attesa non è eccessiva. Se siete proprio di fretta e non vi spaventa mangiare la pizza direttamente dal cartone, senza fare la fila potete ordinarla d’asporto e in pochi minuti potrete mangiare una delle pizze più buone di Napoli. Cornicione morbido e non gommoso, che si scioglie in bocca, pomodoro dolce e saporito e una mozzarella filante e lattosa. Qui la pizza è una goduria, e talmente leggera, digeribile ed economica (margherita 3,5€) che se ne potrebbero mangiare due di fila.
A pochi passi da qui si trova la Pasticceria Capparelli che per noi è diventata di riferimento per il Babà. Ne abbiamo assaggiati altri in città, ma questo vince a mani basse: sempre freschissimo, soffice, ben inzuppato da una bagna saporita. In vetrina non mancano le tipiche sfogliatelle, riccia e frolla, ottime entrambe, e ovviamente babà di ogni dimensione e altri dolci principalmente campani.
Dal bailamme del centro iniziamo a perlustrare il capoluogo campano, seguendo lo stesso metodo che applico in ogni città: perdermi per le strade, orientandomi badando poco alla cartina. Percorriamo Spaccanapoli, attraversando Piazza San Domenico – dove si trova la storica pasticceria Scaturchio – e dopo aver superato lo splendido Monastero di Santa Chiara, ci dirigiamo verso via Toledo, la via dello shopping napoletano che costeggia i Quartieri Spagnoli.
Se capitate da queste parti per l’ora di pranzo o cena, non potete evitare di fermarvi Da Nennella, un’affollata trattoria che propone economici e genuini piatti della tradizione napoletana: friarielli, zucchine alla scapece, mozzarella in carrozza, pasta patate e scamorza, solo per citarne alcuni. Anche qui la fila potrebbe spaventarvi, ma sono efficienti e veloci e in ogni caso vale davvero la pena aspettare.
Proseguendo in via Toledo e dirigendoci verso il mare, si incontra la Galleria Umberto I, dove proprio all’angolo si trova un’altra spacciatrice di ottime sfogliatelle e babà, La Sfogliatella Mary.
Finalmente dopo tanto camminare arriviamo nella splendida Piazza del Plebiscito, a due passi dal mare, non senza fermarci nello storico Gambrinus ad assaggiare uno dei caffè più buoni e famosi d’Italia. Si sa a Napoli il caffè è un’arte, un rituale che abbraccia tradizioni – come il “caffè sospeso” – procedure e strumenti. In tutta la città partenopea si usano le macchine per espresso a leva, che garantiscono qualità e fascino, e se il barista conosce con quanto zucchero prendete il caffè, ve lo metterà in tazzina prima dell’erogazione. Nulla è lasciato al caso, pur di ottenere un caffè intenso, cremoso e dal gradevole sapore tostato. Viene sempre servito insieme a un bicchiere d’acqua, che – attenzione – va bevuto prima per preparare la bocca alla degustazione della nobile bevanda.
Non si può venire a Napoli senza andare a vedere anche il Maschio Angioino, fare due passi sul Lungomare Caracciolo, prendere la funicolare e ammirare la città e il Vesuvio dall’alto, magari alla Certosa di San Martino nel borghese quartiere del Vomero. E tra una pizza di Sorbillo e un Babà da Capparelli, andate a visitare anche Napoli Sotterranea. A circa 40 metri sottoterra verrete catapultati in una rete di gallerie, vicoli ed acquedotti risalenti all’epoca romana ed utilizzati come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Un’esperienza affascinante, a tratti avventurosa, come l’attraversamento di uno stretto passaggio ricavato tra le rocce di tufo e illuminato dalle sole candele che vi forniranno.
Non ho visto che una piccola parte di questa città, ma Napoli e la sua cucina non possono che colpire, con quel sapore forte e un animo sfaccettato che oscilla tra il borghese e il popolare. À bientôt, Napoli!
Indirizzi utili:
- Gino Sorbillo
Via dei Tribunali 32, Napoli
Tel. 081.446643 - Pasticceria Capparelli
Via dei Tribunali 325, Napoli
Tel. 081.454310 - Trattoria Da Nennella
Via Lungo Teatro Nuovo 103, Napoli
Tel. 081.414338 - Gambrinus
Via Chiaia 1/2 – Angolo Piazza Trieste e Trento, Napoli
Tel. 081.417582
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ahhhhh mi hai fatto rivivere la mia minivacanza a Napoli del Novembre 2013, che bella e quante buone cose da mangiare, avrò preso due chili a furia di pastarelle e pizza! 🙂
A chi lo dici! Napoli è un vero paradiso per noi amanti del buon cibo! 😉