Matera e la Sindrome di Stendhal

Matera si trova a circa mezz’ora d’auto da Altamura e noi la raggiungiamo proprio dopo aver lasciato la nostra ultima tappa pugliese in Alta Murgia, percorrendo una terra che non ci fa capire dove termina la Puglia e dove inizia la Basilicata. La Murgia pugliese e quella materana condividono infatti le gravine, una connotazione morfologica simile al canyon. Ed è proprio intorno ad una gravina che si sviluppano i Sassi di Matera.

Parcheggiamo la macchina nella parte nuova di Matera che si presenta come una piacevole ma ordinaria città italiana e, su consiglio dell’ufficio del turismo, ci dirigiamo verso il primo punto panoramico in Piazzetta Pascoli. Mi ritrovo su un balcone a cavallo fra due mondi, fra realtà e opera d’arte e rimango senza parole ad ammirare la Civita e il Sasso Caveoso, che insieme al Sasso Barisano formano il nucleo urbano dei Sassi.

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Matera è affascinante e misteriosa, e si passerebbero ore a percorrere in su e in giù le sue scale, scoprendo di continuo nuovi scorci e immaginando come doveva essere fino al 1950, anno in cui i Sassi vennero evacuati per mancanza di condizioni igieniche sufficienti, non avendo fognature.

All’epoca era definita la “vergogna d’Italia” e solo negli anni ottanta hanno avuto inizio i lavori di restauro, col maturare della consapevolezza del valore storico e culturale di questa città. E con orgoglio dal 1993 è Patrimonio dell’Unesco e nel 2019 sarà Capitale europea della Cultura.

Matera

Matera ha fatto parte delle Terre d’Otranto, e indubbiamente la sua cucina ha forti similitudini con la vicina Puglia. Ritroviamo infatti le fave, i funghi cardoncelli, i lampascioni (di cui ho brevemente parlato qui) e piatti come le orecchiette con le cime di rapa.

Anche il suo pane ha molti punti in comune con quello altamurano. Il Pane di Matera IGP viene prodotto con acqua, sale, lievito madre e farina di semola rimacinata di grano duro eclusivamente lucano, tra cui la celebre varietà Senatore Cappelli. Come mi ha spiegato una gentile signora da Pane&Pace – Antico Forno a legna di Lucia Perrone, ci sono quattro tipologie di Pane di Matera: basso, alto liscio (con più mollica), alto tagliato (con meno mollica), e il cornetto.

Pane di Matera IGP

Entrando nel negozio non si può non notare lo scultoreo formato da 10 kili (foto sopra), messo in bella mostra con orgoglio. Come per il pane di Altamura, la crosta risulta spessa e scura e la mollica giallo paglierino. Si conserva a lungo ed è possibile acquistarlo sul loro sito, insieme ad altri prodotti da forno come le cancelle materane, fatte di un impasto simile ai taralli ma di forma differente.

Qui ho anche scoperto che la Basilicata produce e consuma molte varietà di legumi. Tra i più particolari ci sono i ceci neri, coltivati nelle murge materane e baresi, le cicerchie e i fagioli di Sarconi IGP, di cui ne esistono numerosi ecotipi, celebrati anche da una sagra (quest’anno il 18 e 19 agosto).

A sottolineare il legame di questa terra con le “proteine dei poveri”, c’è un piatto materano detto Crapiata. In sostanza una zuppa di legumi misti e cereali, preparata collettivamente il 1° di agosto in origine per festeggiare la fine del raccolto. Nei Sassi ognuno contribuiva con qualche pugno di legumi o cereali e le donne si preoccupavano della lenta cottura in un grande pentolone posto per strada. Per i turisti di passaggio il 1° di agosto, è possibile assaggiare la crapiata alla sagra che ha luogo ogni anno per celebrare e salvaguardare questo piatto simbolo dell’identità rurale di Matera.

Dog in Matera

Non si può rimanere indifferenti a Matera. Qui le emozioni sono in prima pagina, e i suoi panorami e dettagli hanno creato nella mia memoria un’immagine indimenticabile di questa città. Tutti dovrebbero vedere Matera almeno una volta nella vita.

 

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Matera e la Sindrome di Stendhal
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