A quanti eventi venite invitati ogni settimana su Facebook?
Negli ultimi anni le iniziative, per lo meno nel mondo del food&wine, si sono moltiplicate ed è inevitabile venire bombardati da un mucchio di inviti anche su Facebook.
Un paio di settimane fa mi è arrivato l’invito di un evento per domenica 8 aprile a San Miniato da Pietro Beconcini, un produttore di vino che ero già tempo interessata a conoscere meglio. L’iniziativa era organizzata da Vinix, un social commerce a cui sono iscritta da un paio d’anni ma che non avevo mai utilizzato.
In un’ora o poco più raggiungiamo San Miniato da Viareggio e con molta facilità arriviamo all’azienda di Beconcini, sita in una traversa della via principale di San Miniato Basso. Ci ritroviamo circondati da dolci colline puntellate di vigneti, e complice una giornata tiepida di sole, in pochi secondi ci sentiamo in vacanza.
Prendiamo subito il nostro bicchiere per gli assaggi ed entriamo nella piccola cantina dove sono stati allestiti dei banchetti per gli assaggi. Oltre ai vini di Pietro Beconcini sono infatti presenti altre quattro realtà vinicole acquistabili su Vinix, il social commerce che sponsorizza l’evento.
Partiamo subito a degustare i vini del padrone di casa, che per nostra fortuna ha messo in degustazione i 3 vini a base di Tempranillo, per i quali è molto conosciuto, oltre alla sua gamma di vini a base di Sangiovese e i vinsanto.
Il Tempranillo è il vitigno a bacca rossa per eccellenza spagnolo, il più elegante e raffinato coltivato in special modo nello Rioja.
Si presume sia stato portato in questo territorio attraverso i pellegrinaggi lungo la via Francigena, che attraversa la proprietà di Beconcini. Come ci spiega Cosimo, il ragazzo che ci guida alla degustazione, in realtà è solo nel 2004 che si ha avuto la conferma che questo vitigno fosse davvero Tempranillo, in seguito a delle analisi del suo codice genetico.
Tuttavia nei secoli il vitigno si è adattato al territorio e si è parzialmente modificato, ed è per questo che Beconcini definisce questo vitigno il Tempranillo toscano, leggendolo proprio all’italiana e non con la fonetica spagnola.
Per nostra fortuna erano disponibili all’assaggio tutte e tre le espressioni del Tempranillo secondo Beconcini:
– Fresco di nero, un rosso giovane che all’apparenza sembra un rosato, ottenuto da uve da vendemmia anticipata per preservare una maggiore acidità.
– IXE, il cui nome deriva proprio dal fatto che inizialmente non si sapeva quale vitigno fosse e veniva indicato come il vitigno X, letto in toscano ‘ixe’.
Le uve provengono dai nuovi vigneti, la vinificazione in vasche di cemento con fermentazione alcolica indotta da lieviti indigeni. La maturazione avviene in circa 14 mesi in barrique di rovere utilizzate l’anno precedente per Vigna alle Nicchie, il prodotto di gamma superiore. Il vino passa altri due anni di affinamento in bottiglia prima di essere commercializzato.
– Vigna alle Nicchie, il Tempranillo più ambizioso di Beconcini. Le uve provengono dalle vigne vecchie a piede franco, e il suo nome deriva dal giacimento di “nicchie” (in toscano), conchiglie fossili plioceniche miste ad argilla bianca e arenaria.
Le uve vengono raccolte a mano la prima settimana di settembre. La vinificazione avviene in vasche di cemento con una grande quantità di parti solide che conferiranno complessità e struttura al vino.
È un vino che necessita una lunga fase di maturazione e affinamento: 12 mesi in barrique nuove di rovere francese e rovere americano, successivamente travasate per formare un blend e riassemblate nelle stesse barrique per altri 12 mesi.
Altri due anni di affinamento in bottiglia sono necessari prima di poter degustare questo vino unico.
Cosimo ci fa assaggiare anche le varie espressioni locali del Sangiovese attraverso tre vini: Maurleo, un sangiovese in uvaggio con malvasia nera; la Riserva, lo stile più classico del Sangiovese qui vinificato con il Canaiolo; il Reciso, prodotto in quantità limitate da una cru di Sangiovese.
Finiamo gli assaggi in bellezza, degustando i due vinsanto prodotti dall’azienda: Caratello, un classico Vinsanto da Trebbiano, Malvasia bianca e nera, e Aria, un Occhio di Pernice (un vinsanto da uve a bacca rossa, in questo caso Sangiovese) prodotto dall’azienda in piccole quantità dal 2007.
Oltre a questi ottimi vini, abbiamo potuto degustare anche il Verdicchio di Matelica dell’azienda agricola Maraviglia e, per la prima volta, assaggiare la Vernaccia di Serrapetrona, una delle cinque DOCG delle Marche, particolare perché prevede tre diverse vinificazioni. Ma di questo vino vi parlerò in un’altra occasione.
Se passate da San Miniato, vi consiglio di fermarvi a visitare questo produttore. Il paesaggio è unico, i proprietari sono molto gentili e i vini offrono uno sguardo diverso sul mondo dei vini toscani.
Pietro Beconcini
Via Montorzo, 13/A
San Miniato (PI)
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